Il crollo di Wall Street del settembre 2008 è stato definito una “tempesta perfetta”. Ma le analogie tra la Borsa e il meteo non si limitano al linguaggio. Che cosa c’entrano dunque il denaro e la finanza con il clima e la CO2? Gli “eventi estremi” climatici e finanziari, in crescita negli anni recenti, si caratterizzano per il medesimo meccanismo: “fluttuazioni giganti” provocate da una fortissima accelerazione dei processi. Ad esempio quelli indotti dall’immissione nell’atmosfera di grandissime quantità di CO2 e -sul mercato- di un’enorme massa di denaro. Disastri che colpiscono per primi i poveri del mondo, poi l’ambiente e noi stessi. Ma come si può salvare Gaia e i suoi abitanti? La risposta in queste pagine.Tonino Perna economista e sociologo, è docente di Sociologia Economica presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli studi di Messina.Il suo impegno sociale e politico si è diviso tra il Sud d’Italia e il Sud del mondo. Fondatore della Ong Cric, si è occupato a lungo di commercio equo e solidale, è stato presidente del “comitato etico” di Banca Etica e -per cinque anni- presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Ha scritto decine di articoli e saggi tra cui ricordiamo Fair Trade (Bollati Boringhieri, 1998), Aspromonte: i parchi nazionali nello sviluppo locale (Bollati Boringhieri, 2002), Destra e sinistra nell’Europa del XXI secolo (Altreconomia, 2006), Il manuale del piccolo usurario e del grande speculatore (Altreconomia, 2008, Monete locali e moneta globale (Altreconomia 2015)